di David Jesudason

Il rapporto di David Jesudason con l’alcol è complicato: ha dovuto affrontare il razzismo nei pub e si è sentito escluso ai festival, mentre suo padre lottava con l’alcolismo. Eppure, la passione di David per la birra gli ha procurato sia soddisfazione che impiego: ha, infatti, lavorato come barista ed è ora direttore del Beer Writers’ Guild, rinomata associazione di scrittori di birra inglesi, oltre che diarista di birra su Instagram. In questo articolo, esplora come il consumo di alcol può modellare il nostro comportamento, descrivendo la sua evoluzione da consumatore minorenne a esperto di cask ale.

Uomini ubriachi, che bevono e fumano. Pittura a guazzo. Fonte: Wellcome Collection. Marchio di pubblico dominio.

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Ciò che bevi dipende dalla tua cultura. Gli asiatici britannici, come me, da lungo tempo nutrono un’amore per la birra e rivendicano spazi “bianchi” tramite i “desi pub“, realizzati in tutta l’Inghilterra a partire dagli anni ’60. Questi locali, gestiti da indiani, vendevano alcol e curry ai manovali in reazione alle discriminazioni razziali esistenti prima dell’entrata in vigore del primo Race Relations Act, introdotto nel 1965. La mia passione per la birra mi ha condotto in un viaggio da bevitore minorenne a barista ed oggi sono uno dei direttori responsabili della Beer Writers’ Guild e un diarista di birra. Ma è stata dura.

Streghe: cinque silhouette. Acquatinta, 1815. Fonte: Wellcome Collection.

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La produzione di birra nel Regno Unito è molto più “bianca” rispetto a quella negli Stati Uniti, in cui esiste una tradizione di birrai neri, retaggio della schiavitù e della diaspora africana. Le donne erano, tradizionalmente, coloro che producevano le birre africane che, come prevedibile, gli uomini bevevano. La stessa suddivisione vigeva anche nel Regno Unito. In tempi moderni, quelle birraie inglesi potrebbero essere scambiate per streghe perché indossavano lunghi cappelli a punta e trasportavano le loro birre in calderoni. Ad oggi, quasi tutti i produttori di birra del Regno Unito sono bianchi, cosa che si riflette nel carattere di bar, pub e festival, facendomi sentire escluso. E questo è un male per la mia salute, dal momento che, come alcuni studi dimostrano, il social drinking favorisce il benessere.

Un teschio in un bicchiere al volante di un veicolo a motore, immagine delle conseguenze fatali della guida in stato di ebbrezza. Litografia a colori, Dipartimento dei Trasporti dell’Ontario, Sezione Sicurezza Autostradale. Fonte: Wellcome Collection.

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Mio padre era un gran bevitore e credeva, erroneamente, che la sua bevanda preferita, la Greene King IPA, lo contraddistinguesse come un ubriacone esigente. Pensava che fosse una bevanda che i nostri antenati avrebbero acquistato. Ma la storia della IPA è tutt’altro che benigna e i suoi principali consumatori, i soldati della Compagnia delle Indie Orientali, saccheggiavano e commettevano genocidi in India. È una delle tante idee sbagliate che venivano a mio padre quando era ubriaco. L’alcol provoca il malfunzionamento dei neurotrasmettitori del cervello, che, di conseguenza, fatica a comunicare con le altre parti del corpo e a dir loro cosa fare. È il motivo per cui non si dovrebbe bere e poi guidare, come fece mio padre.

Il maggiore Murray, dopo essere stato colpito dal signor Roberts nelle stanze di quest’ultimo a Londra, si vendica attaccando Roberts con una bottiglia di birra. Litografia a colori, 1861. Fonte: Wellcome Collection. Marchio di pubblico dominio.

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Visti i problemi causati dall’alcolismo di mio padre, mia madre riteneva che bere inducesse alla violenza. Tuttavia, gli scienziati hanno scoperto che una persona ha maggiori probabilità di diventare violenta in assenza di una particolare abilità sociale: la capacità di considerare le conseguenze future delle azioni intraprese. Quando ero adolescente e all’università, a volte bevevo in modo irresponsabile, per intorpidire alcune mie afflizioni infantili. Tuttavia, da adulto, ho capito che non c’è niente di più rilassante di bere birra, con moderazione, con amici e familiari: la violenza è ben lontana dai miei pensieri.

La stanza di un club in cui vari uomini si intrattengono e uno serve da bere a un bancone. Acquaforte colorata, metà del XIX secolo. Fonte: Wellcome Collection. Marchio di pubblico dominio.

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Ho assaggiato per la prima volta l’alcol nel pub della mia città natale, nella quale venivo deriso dai razzisti locali in quanto “tassista”. Ma il ricordo prevalente è quello del luppolo e di come questo fiore rendesse la birra così aromatica. Sogno ancora quella prima pinta e cerco di convertire i miei amici alle meraviglie della birra in cask, che offre un gusto fresco e (letteralmente) vivo. Gli studi dimostrano che ciò che si beve dipende dalle persone che si frequentano. Agisco, quindi, come un profeta della cask ale e credo fermamente che sia la più grande invenzione di questo paese, nonostante sia stata scoperta da John Lofting, un olandese che possedeva un mulino ad acqua a Londra.

Un gruppo di ex invalidi allegri e danzanti che getta via i medicinali in favore dell’alcol. Acquatinta colorata di G. Hunt, 1827, da T. Lane. Fonte: Wellcome Collection. Marchio di pubblico dominio.

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Durante l’università ho lavorato in un pub. Ho servito gente che beveva ogni giorno in gran quantità, presumibilmente seguendo il metodo secentesco del “pelo di cane”, che prevede di bere ulteriormente per limitare i postumi di una sbornia. Ma purtroppo, il fegato riesce a disintossicare il sistema al ritmo di una sola unità all’ora circa. Ho acquistato e servito molte birre nel corso degli anni, ma non mi è mai piaciuta la pressione di dover tenere il passo con il bevitore più veloce del mio gruppo o del “giro”. Un altro fattore che determina la velocità di bevuta è la forma del bicchiere: uno studio ha dimostrato che sostituire un bicchiere dalle pareti inclinate con uno dalle pareti dritte rallenta i bevitori.

Scena di ubriachezza in una birreria con un giovane ladro che gioca d’azzardo. Acquaforte colorata di George Cruikshank, 1848. Fonte: Wellcome Collection. Marchio di pubblico dominio.

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La craft beer revolution ha cercato di personalizzare un mercato dominato da poche lager omologate, prodotte da multinazionali. L’autore britannico di birra Michael Jackson è stato il primo a far conoscere e a “dare la caccia” a nuove birre artigianali in un popolare show televisivo alla fine degli anni ’80. Il settore artigianale ha tentato di emulare la sua filosofia inclusiva, ma, si potrebbe dire, con scarsi risultati. A ogni modo, le birre artigianali hanno così tanti stili e colori che persino un amante delle migliori bitter come me ha ampliato il suo palato. Ora bevo occasionalmente anche lager artigianale. Tuttavia, i ricercatori hanno dimostrato che le persone tendono ad associare il prezzo al colore: eviteremo certe bevande, supponendo che le birre più scure siano più costose a causa della loro tonalità.

Una barista servizievole che spilla birra. Litografia a colori, 1833 circa. Fonte: Wellcome Collection. Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0).

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Oggi la birra è come un buon vino per me e quest’anno ho viaggiato in lungo e in largo per trovare una ale perfetta per il giorno di Natale. Tutto ciò esalta il mio lavoro alla Beer Writers’ Guild, che include il tentativo di istituire una sovvenzione per scrittori di colore, perché più diversi diventiamo, più divertimento possiamo condividere!


Testo originale:

https://wellcomecollection.org/articles/YbdOZhEAACMAa_4g

Autore: David Jesudason

Data di pubblicazione: 4 gennaio 2022


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