Le traduzioni dei migliori autori del mondo brassicolo

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Quanta birra beveva effettivamente un contadino nel Medioevo? Molta, molta meno di quanto si pensi

di Martyn Cornell

Di recente ho avuto un diverbio con un ciarlatano su Quora che divulgava il mito secondo cui i contadini medievali non bevevano mai acqua, ma solo birra. Dopo essersi scontrato duramente con le statistiche reali che gli ho presentato, stranamente non è più tornato. Peccato, davvero, avrei apprezzato almeno delle scuse.

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Un inverno indomabile – All’esplorazione delle cantine di birra della Repubblica Ceca

di Claire Bullen

Jeff Tweedy dice che l’inferno è color cromo, e credo di sapere cosa intende. I grandiosi e antichi birrifici Lager della Repubblica Ceca saranno anche stati costruiti da re, ma per trovare le loro birre bisogna guardare oltre le torrette e le ciminiere, oltre i cortili di mattoni e le fontane in cui due carpe primordiali si girano attorno lentamente, all’infinito, vecchie come il tempo. Ciò che stai cercando si trova parecchi metri sotto terra, sepolto in delle caverne. Per accedere alle cantine di Lager, bisogna rinunciare alla luminosa pioggia del giorno e avventurarsi in un mondo sotterraneo, di metallo e freddo perpetuo. 

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Perché sto rinunciando alle mie migliori birre per l’Ucraina

di Pete Brown

Un sacco di persone stanno facendo quello che possono per aiutare l’Ucraina, e ciascuno ha le sue ragioni: dalla semplice compassione ed empatia fino al coinvolgimento personale. Sto mettendo all’asta una degustazione delle birre più rare della mia cantina in parte per un basilare desiderio di fare qualcosa e in parte perché ricordo con grande affetto le mie bevute a Kiev e Leopoli: adoro quei maledetti pazzi.

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La tradizione brassicola in Myanmar: un patrimonio sbalorditivo

di Martyn Cornell

Ci sono molte decine, probabilmente centinaia, di tradizioni brassicole in tutto il mondo, dall’umqombothi del Sud Africa al tiswin degli Apache, dalle birre kveik della Norvegia occidentale alla chicha dell’America Latina: la maggior parte di queste è praticamente sconosciuta ai consumatori dell’Europa occidentale, legati a una tradizione brassicola a base di orzo. Poche, però, sono più misteriose delle birre del sud-est asiatico. Sapevate che, tra i molti popoli di questa parte del mondo, c’è una lunga tradizione di birre locali realizzate con ingredienti autoctoni? Recentemente è stata posta l’attenzione su un paese, il Myanmar, tramite un libro che celebra una serie di birre, vini e liquori locali, prodotti con amore e cura dal riso, dal sorgo e dal miglio utilizzando ingredienti, aromi e tecniche tradizionali, oltre che conoscenze tramandate di madre in figlia (per lo più) nei villaggi di tutto il paese e consumati per il piacere, l’abitudine e la convivialità da famiglie, amici e vicini.

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Empire State of Mind – Indagine sull’identità coloniale della IPA.

di David Jesudason

Illustrazioni di Sinjin Li

Come la maggior parte delle persone di colore in Gran Bretagna, odio che mi si chieda da dove vengo. Questa domanda mi è stata posta da gestori di pub, passanti e, poco opportunamente, dalla madre della mia compagna. La sento più spesso quando mi avventuro fuori da Londra, in zone dell’Inghilterra meno abituate a vedere facce non bianche. Può essere posta in modo innocente, passivo aggressivo o con vera e propria ostilità (con la Brexit, l’ostilità è diventata più comune).

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Un viaggio interiore attraverso la birra

di David Jesudason

Il rapporto di David Jesudason con l’alcol è complicato: ha dovuto affrontare il razzismo nei pub e si è sentito escluso ai festival, mentre suo padre lottava con l’alcolismo. Eppure, la passione di David per la birra gli ha procurato sia soddisfazione che impiego: ha, infatti, lavorato come barista ed è ora direttore del Beer Writers’ Guild, rinomata associazione di scrittori di birra inglesi, oltre che diarista di birra su Instagram. In questo articolo, esplora come il consumo di alcol può modellare il nostro comportamento, descrivendo la sua evoluzione da consumatore minorenne a esperto di cask ale.

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La Raw Ale

di Lars Marius Garshol

Il tema della sessione n.100 è “il recupero di stili birrari andati perduti“. Ho deciso di scegliere quello che è, molto probabilmente, il maggiore stile birrario del quale non avete mai sentito parlare: la Raw Ale. Non si tratta neanche di uno stile unico, ma di un intero gruppo di stili di birra che condividono tutti una caratteristica: il mosto non viene mai bollito. A ben vedere, la Raw Ale non è morta, né è andata perduta, ma ha comunque bisogno di essere recuperata: sebbene queste birre siano diffuse in una vasta area e, storicamente, siano state molto importanti, quasi nessuno ne ha mai sentito parlare.

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