di Martyn Cornell
Sono veramente passate solo sei settimane da quando mi mettevo in posa per fare selfie con brasiliane attraenti che mi dicevano quanto fossero felici di conoscermi? A quanto pare, stando ai metadati delle mie fotografie, è proprio così. Oggi sembra completamente diverso il mondo che c’era a metà marzo, solo una quarantina di giorni fa: il coronavirus era una nube scura e minacciosa all’orizzonte, ma il Brasile aveva ancora pochissimi casi e i brasiliani, che sono gente che tocca e abbraccia, toccavano e abbracciavano come sempre. Toccavano, abbracciavano e davano quelle gran strette di mano brasiliane che implicano il gesto di afferrare il pollice dell’altra persona con conseguente intensa confusione da parte dei britannici reticenti e non molto inclini al contatto fisico come me, che non riescono a capire dove mettere le loro dita. I pub e i bar brulicavano di gente, le spiagge erano affollate. Non ho mai avuto tante ragazze che volessero starmi vicino e farsi fotografare con me in vita mia. Ok, solo tre, ma sono sempre tre in più di zero.
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